Fare ritorno alla semplicità e le energie post natali

rossoI 5 Movimenti (Acqua, Legno, Fuoco, Terra, Metallo) assumono un’importanza differente a seconda delle diverse tradizioni della Medicina Cinese. Attorno al 3° secolo dopo Cristo vi era molta enfasi sull’importanza di Metallo e Terra, in quanto questi sono i due organi associati a quello che viene definito il post natale, e cioè le energie che dal momento della nascita in poi dobbiamo essere in grado di assumere dal mondo esterno per poter vivere. Respirare (associato al Polmone/Metallo) e digerire (associato alla Milza e Stomaco/Terra) sono le due funzioni di base dell’esistenza che accomunano tutti gli esseri viventi.
Il filosofo e medico cinese Ge Hong, vissuto appunto nel terzo secolo e considerato il fondatore della tradizione alchemica taoista, evidenzia come gli esercizi di lunga vita si basino molto sull’alimentazione e sulle tecniche di respiro, e cioè sulla coltivazione proprio di Terra e Metallo. Nella pratica del Qi Gong la modalità con cui si respira è una condizione fondamentale per consentire l’efficacia degli esercizi che si eseguono, e l’alimentazione è un aspetto su cui tutti i Maestri pongono molta attenzione.
Ma cosa vuol dire sostenere e nutrire i Movimenti Terra e Metallo, cosa vuol dire sostenere il post natale? Molto dipende da cosa vogliamo ottenere dalla vita.
Il modo in cui noi ci muoviamo nel post natale (Terra e Metallo) è difatti in funzione della nostra impostazione originale: delle risorse che abbiamo ricevuto per vivere questa vita (Movimento Acqua) e di quali sono le nostre mete/aspirazioni (Movimento Fuoco). E’ quindi necessario che ci chiediamo periodicamente se il modo in cui coltiviamo le nostre energie post natali è in linea o meno con quello che vogliamo.
All’inizio della vita l’enfasi è sul radicarci e sul dare pienezza alla vita per scoprire quello che davvero vogliamo; attraverso il respiro e l’alimentazione consentiamo il nostro radicarci nel mondo, il nostro esistere come individui, acquisiamo solidità e completezza.
Dall’altro lato però, quello che facciamo in questo modo è anche di creare attaccamento al mondo, di divenire molto dipendenti da quello che il mondo ci offre, sviluppando spesso il “bisogno di avere sempre di più”. Questo è qualcosa di particolarmente evidente nel nostro secolo sommerso dalle offerte di cibo e non solo.
Gradualmente poi con il passare degli anni, man mano che conseguiamo alcuni dei nostri obiettivi o aspirazioni (consapevoli o meno che essi siano), sviluppiamo attaccamento rispetto a quello che abbiamo conseguito e diveniamo rigidi nel nostro muoverci nel mondo. Possiamo attaccarci ai beni materiali che possediamo, ma anche a quelli immateriali come il nostro prestigio, l’idea che gli altri hanno di noi, le nostre abitudini di vita e altro ancora.
Ecco allora che diviene molto importante con il passare degli anni, dopo aver coltivato il radicamento nel mondo, esercitarsi ad alleggerire la nostra presa sul mondo (e la presa del mondo su di noi!). Ecco che da una certa età in poi diventa meno importante conseguire nuove cose e più importante lasciar andare quelle che abbiamo già compiuto. Si incomincia a cercare di meno e ad accontentarsi di più; o almeno così dovrebbe essere.
Il Maestro Ge Hong parlava molto di coltivare la semplicità, “Fare ritorno alla semplicità” è il titolo del suo testo base. Ecco allora che il suo insegnamento di 1700 anni fa può essere molto attuale: coltivare la semplicità.
Ma cos’è la ricerca della semplicità? O meglio, la semplicità è qualcosa che dobbiamo cercare? Ge Hong parla di “fare ritorno alla semplicità”, il che presuppone che la semplicità sia in realtà qualcosa che è già dentro di noi. E’ dentro di noi e probabilmente ne abbiamo perso la consapevolezza forse proprio per il nostro doverci radicare nel mondo, il nostro doverci affannare per conseguire tante cose. Ecco allora che quando il mondo esterno non ci chiede più così tanto, possiamo riuscire a tornare ad essere in contatto con questa qualità che è in ognuno di noi e che ci può aiutare a viaggiare con più leggerezza verso il compimento di questa esistenza.