Imparare dagli altri e imparare da sé stessi

Nel nostro desiderio/bisogno di ricerca e di apprendimento tendiamo ad aggiungere conoscenza alla conoscenza nel tentativo di scoprire qualcosa che ci sfugge, nel tentativo di avere nuove e più profonde comprensioni. Sempre alla ricerca di figure di riferimento, sempre alla ricerca di nuovi insegnamenti o di approfondimento di insegnamenti già avuti; insegnamenti attraverso persone, attraverso testi e ora anche video.

Ma giunge il momento in cui dobbiamo renderci conto che per conoscere davvero dobbiamo mettere da parte la conoscenza, dobbiamo mettere da parte gli insegnanti, i Maestri, i testi antichi e moderni. Dobbiamo mettere da parte tutto quello che abbiamo appreso ed essere disposti a rischiarlo, a giocarcelo tuffandoci in qualche modo nel mistero, lasciando da parte la nostra paura di non sapere, la nostra paura di non essere adeguati, di non essere abbastanza percettivi, sensibili o illuminati. Dobbiamo mettere da parte le nostre paure ed osare, osare di muoverci da soli nel mistero oscuro della consapevolezza.

“Cercare il maestro interiore” non è qualcosa di facile, ne di agevole. La prima sensazione che si ha è di essere sommersi dai dubbi, dalle paure, da un senso di inadeguatezza. Poi subentra una sorta di revisione critica di ciò che abbiamo appreso: ne vediamo i limiti e i conflitti, che sono i nostri limiti e i nostri conflitti. Poi c’è un senso di smarrimento, forse anche di tradimento da parte delle nostre guide spirituali, ci sentiamo soli e abbandonati; poi, forse, arriva una comprensione più profonda, una sorta di illuminazione, un vedere quello che forse una parte di noi ha sempre saputo, ma non osava svelare a se stesso.

E intrinseco alla comprensione profonda è un processo di semplificazione, di saper ridurre le cose alla loro essenza, di togliere tutto ciò che in realtà è strumento di comprensione e non comprensione stessa. Allora, ma solo allora, le cose ci appaiono non solo semplici ma anche facili, chiare e limpide. Ma semplificare la vita è un processo molto complicato! La chiarezza passa dalla confusione, e la semplicità richiede di confrontarci con la complessità. Per far ordine in un armadio è necessario far prima disordine, quando pensiamo di togliere qualcosa dalla nostra vita ecco che sotto quel qualcosa compare qualcosa che non avevamo visto prima e che è a sua volta da analizzare e risolvere. Con altra terminologia potremmo dire che iniziamo a confrontarci con le nostre latenze, con le condizioni irrisolte della nostra vita, con le nostre paure e rigidità, con i nostri limiti, che sono tali solo finché vi crediamo e li sosteniamo. Inizia allora un processo lungo e complesso in cui più spesso ci si sente disorientati e pare di andare indietro piuttosto che avanti; sentiamo emergere dentro di noi e attorno a noi cose e situazioni che paiono ostacolare e non favorire la nostra crescita. E’ necessario allora essere molto determinati e pazienti e rendersi conto che tutto questo era già lì, e semplicemente ora stiamo riuscendo a confrontarci con questo materiale e infine, si spera, a lasciarlo andare. Solo allora potremo sperimentare quella sensazione di leggerezza e di pienezza che ci porta ad un senso profondo di pace interiore.