La consapevolezza

steloDa tante parti e tradizioni si mette enfasi sull’importanza della consapevolezza. E’ un tema che negli ultimi decenni è divenuto di moda e, come tutte le mode, spesso distorto.
Consapevolezza in inglese è mindfulness e cioè “pienezza della mente”; uno stato in cui la mente è pienamente in ciò che si manifesta, sia esso un processo mentale, un’emozione o un evento. Ma, come tutti i termini, consapevolezza viene usato in diverse accezioni e soprattutto si parla di diversi livelli di consapevolezza; siamo così passati da un concetto assoluto (la pienezza della mente) ad un concetto relativo (la consapevolezza parziale). Si può allora forse dire che vivere è in sé un processo di essere consapevoli, e che a seconda del nostro livello di consapevolezza poi questo processo si svolge con modalità differenti. Ad esempio posso essere consapevole ad un livello molto “primitivo” del bisogno di nutrirmi e questo mi spinge a cercare qualsiasi cibo, oppure posso essere consapevole che alcuni cibi sono intossicanti e li evito e altri sono più nutrienti e li ricerco, oppure posso essere consapevole di quale cibo sia più appropriato per me in questo momento e magari mi chiedo anche perché invece ne cerco un altro.
Aumentare la consapevolezza ci complica la vita; e di molto! In realtà non è la consapevolezza in sé a complicare la vita, ma piuttosto la nostra difficoltà, e a volte incapacità, a vivere il livello di consapevolezza a cui abbiamo avuto accesso e che ci richiede spesso drastici cambiamenti nel nostro modo di vedere e vivere il mondo. Il bambino che schiaccia una formica per gioco e poi vuole che torni a muoversi sta vivendo un livello di consapevolezza molto semplice; quando inizia a rendersi conto che la formica schiacciata è morta, e diviene così consapevole della morte, entra in un processo sconvolgente che lo porterà a rendersi conto che non solo le formiche muoiono, ma anche i nonni e poi i genitori e infine anche lui.
Non si tratta quindi solo di muoversi verso livelli espansi di consapevolezza, ma anche e soprattutto di strutturarci adeguatamente per tali livelli; o meglio destrutturarci.
Spesso in molti ambienti si dice che ciò che conta è la consapevolezza, così come si dice che ciò che conta è l’amore; ma quanto siamo in grado di vivere davvero la consapevolezza e l’amore?
L’espansione della consapevolezza è un processo spesso non graduale ma istantaneo e brutale, un po’ come una persona che è vissuta per anni con tutti gli scuri chiusi e improvvisamente li apre a mezzogiorno in una giornata soleggiata d’estate. Spesso più che essere illuminato è accecato da tutta quella luce.
A volte poi la consapevolezza è usata come scappatoia per non confrontarsi con i propri sentimenti. Ci illudiamo di “essere consapevoli”, ma ciò che in realtà facciamo è di ingannare noi stessi e gli altri per paura di ciò che la “vera” consapevolezza rappresenta: una sfida alle nostre certezze. Proviamo un dolore quasi insostenibile per la perdita di qualcuno o di qualcosa e dichiariamo che la perdita in realtà non ci disturba poiché ne siamo consapevoli, ma in realtà stiamo fuggendo dalle emozioni che la perdita ha attivato in noi; siamo in preda ad un’angoscia che va verso il panico e, incapaci di starci davvero dentro, ci diciamo che possiamo controllarla con la consapevolezza. Confondiamo la consapevolezza con il controllo delle emozioni; ma la vera consapevolezza è esattamente il contrario: una sfida al controllo e alla gestione. In Medicina cinese il Ministro del Cuore è l’organo che ci supporta nel controllare e gestire le situazioni che ci appaiono ingestibili e incontrollabili; è il diplomatico che trova il modo di evitare la guerra, ma che non può risolvere davvero i conflitti. La consapevolezza assomiglia di più ad una guerra da cui poi si esce in parte distrutti ma anche rinnovati; è un terremoto e un’inondazione, è un vento che soffia forte e non si cura di ciò che abbatte lungo la sua strada. E poi quando il vento ha spazzato tutte le nuvole c’è lo splendere luminoso, ma solo dopo la tempesta l’aria è tersa e limpida e l’orizzonte si estende e possiamo vedere isole e monti che normalmente erano occultati.
Il controllo è del Ministro del Cuore, la consapevolezza è del Cuore. Il Ministro del Cuore svolge un ruolo fondamentale nel consentirci di sostenere situazioni che ci appaiono insostenibili, di andare avanti e non arrenderci, ma non pensiamo che questo sia la risoluzione delle situazioni conflittuali. Il Ministro del Cuore ci aiuta a tenere in ordine e pulita la casa; ma il Cuore ci spinge a buttar via cose che avevamo accumulato, a trasformare la casa stessa e talvolta perfino a lasciare la casa che per anni abbiamo abitato.
Rinnovarsi è un processo creativo che ha la capacità di sorprenderci e stupirci e ci coglie spesso impreparati e per questo ci pare causare dolore, anche se in realtà è la nostra resistenza a lasciarci andare al cambiamento che causa il dolore e non la consapevolezza in sé. Come per un serpente in fase di muta, tutto ci pare stretto e poi improvvisamente troppo vasto. In cima ad un monte, in mezzo al mare, sotto un cielo stellato, possiamo sentirci irrimediabilmente persi oppure parte di quella vastità; dipenderà solo dalla nostra consapevolezza.