Educarci alla bellezza

Educarci alla bellezza | Articolo di Franco Bottalo - Paesaggio naturale

E’ curioso che in un epoca come questa, in cui l’aspetto estetico ha assunto così tanta importanza, la bellezza sia qualcosa di raramente considerato per ciò che davvero rappresenta.

Definire la bellezza è, oltre che estremamente difficile, anche piuttosto sterile. Proviamo allora piuttosto a dare degli stimoli che ci aiutino a sentire dentro di noi cosa possa voler dire “bello”.

Il bello è qualcosa che colpisce innanzitutto i nostri organi di senso, che sono i portali della  percezione del mondo e nello stesso tempo il luogo in cui il mondo e la sua ricchezza può entrare in noi. La bellezza può colpire i nostri occhi, ma anche il nostro udito, o l’olfatto, anche se non siamo più abituati ad attivarlo e ascoltarlo. E da questi portali la bellezza raggiunge sempre il Cuore. Bellezza è nella sua essenza la percezione di qualcosa che ci apre il Cuore e ci fa venir voglia di vivere.

Bellezza è nella sua essenza la percezione di qualcosa che ci apre il Cuore e ci fa venir voglia di vivere.

Educarci alla bellezza | Articolo di Franco Bottalo - Uccello Robin

Ogni cosa, ogni persona, ogni animale o vegetale o pietra, può essere bello. La bellezza può riferirsi a qualcosa di piccolo e discreto o a qualcosa di grande e importante: la voce di un bambino che ride giocando, una musica che ci arriva alle orecchie, un profumo, un passo di danza o semplicemente un sorriso.

Ma la bellezza è anche legata ad un senso di armonia; in realtà non vi è mai una cosa singola che sia bella, ma vi è sempre un insieme di elementi che costituiscono e strutturano la bellezza . Elementi a volte molto semplici, a volte molto complessi. E’ la sensazione che “tutto sia al posto giusto”.

Per questo secondo me la bellezza dà anche un senso di pace. Perché nella bellezza è implicito un senso di comunione, di condivisione e partecipazione a ciò che percepiamo come bello; e in questo modo il bello può entrare in noi. Ed entrando ci dà un senso di quiete e ci fa dire che “va bene così”, che non c’è bisogno di fare o modificare nulla, ma solo contemplare: quella musica va bene cosi, quell’atleta che corre va bene così, quel quadro va bene cosi, quel tramonto va bene così, quella persona va bene così. E allora anche io vado bene così.

Per questo un altro aspetto della bellezza è che richiede silenzio e quiete. Che si guardi un quadro, che si ascolti una musica, che si osservi una persona o si contempli la natura, sempre cogliere la bellezza ci richiede il silenzio; perché il rumore, non solo delle parole ma anche mentale, offusca la bellezza.

A volte la bellezza può entrare in noi con la forza di un vento che ci invade, altre volte è un sussurrare discreto e quasi impercettibile; ma mai la bellezza ha bisogno di mettersi in mostra. Proprio perché la vera bellezza non si mette mai in mostra, sembra a molti una perdita di tempo che non porta nessun guadagno.

Educarci alla bellezza vuol dire coltivarla prima di tutto in noi stessi, consentendoci degli spazi per percepirla.  E spesso per fare questo può essere utile immergerci in luoghi che siano “intrisi” di bellezza; avendo però presente che la bellezza è ovunque, se siamo disposti e attenti a percepirla.

Educarci alla bellezza vuol anche dire realizzare cose che sentiamo belle. Non è necessario fare un quadro o scrivere della musica o saper danzare. Realizzare qualcosa di bello vuol dire, nella sua essenza, saper infondere bellezza in quello che facciamo. Vi può essere bellezza nel cucinare o servire a tavola, nel pulire i pavimenti, nel camminare per strada o nel parlare con un amico.

La bellezza è una qualità che mettiamo in quello che facciamo, non un oggetto; richiede e allo stesso tempo sviluppa la capacità di sentire che vi è bellezza attorno a noi e, ancora più importante, che vi è bellezza dentro di noi.

Educare gli altri alla bellezza poi, vuol dire guidarli proprio a questo, a percepire la bellezza che vi è in loro. Questo è particolarmente importante per i bambini, ma non meno per gli anziani. Per i bambini perché non abbiano la loro bellezza interiore soffocata da tutto quello che la nostra società pretende da loro. Per gli anziani perché la bellezza non venga da loro erroneamente considerata come qualcosa che non li riguarda più, portandoli così a perdere la capacità di provare e suscitare stupore, meraviglia e sorpresa, che sono qualità intrinseche alla bellezza. Non credo dimenticherò mai l’immagine di mio padre che a 87 anni, guardando mia madre di 86 passare nella stanza, mi si rivolse dicendo: “certo che tua madre è proprio bella”.

Se riusciremo a coltivare con cura la bellezza, percependola nel mondo e in noi, se sapremo darci spazi di quiete e di silenzio per ascoltarla, se le daremo tutta l’importanza che si merita, allora la bellezza potrà crescere e fiorire in noi e nel mondo che ci circonda.