Il Senso delle cose

Il senso delle cose | Articolo di Franco Bottalo - Tao Alchemy

Difficile davvero riuscire a cogliere il senso della vita. Più facile, relativamente, trovare “il senso delle cose” soffermandoci su quali cose abbiano senso per noi, alimentando così l’idea che la vita abbia un suo significato, una sua ragion d’essere e che valga la pena viverla. Possiamo trovare un senso nel fatto di avere una relazione d’amore, nel lavoro che svolgiamo, negli affetti famigliari, ma anche nel mantenerci fisicamente in forma o nel prendere aperitivi e fare buone cene al ristorante. Possiamo trovare un senso nel dormire fin che vogliamo o alzarci presto la mattina. 

A volte il senso delle grandi cose si smarrisce e ci rifugiamo allora nel senso delle piccole cose, piccole cose che rendono significativa la nostra giornata: una passeggiata in riva al mare, una colazione portata a letto, un buon libro da leggere o della buona musica da ascoltare.

Interessante osservare la parola “il senso delle cose”. Senso è la stessa parola che usiamo per indicare gli organi di senso, quelli che ci mettono in relazione con il mondo esterno. Come a dire che il senso delle cose deriva da come attiviamo i nostri organi di senso. Forse sono i nostri organi di senso a trovare un senso nelle cose della vita. Mi piace guardare e trovo un senso in un tramonto o in un bel quadro. Mi piace gustare e trovo un senso in una cena al ristorante. Mi piace ascoltare e trovo un senso in quella musica.

Ma poi ad alcuni piace una certa musica e ad altri no; ad alcuni piace il tramonto ad altri l’alba; ad alcuni piacciono certi cibi che altri non amano per nulla. La percezione sensoriale è per sua natura soggettiva e legata al nostro cervello, a come interpretiamo ed elaboriamo la percezione che ci giunge dagli organo di senso. 

Questo vuol dire che anche “il senso delle cose” (e della vita) è individuale: sono i miei organi di senso e il modo in cui li attivo che riescono a trovare un senso in quello che percepisco.

Forse poi la capacità di trovare un senso in quello che sperimentiamo e viviamo, si lega al nostro Destino: riusciamo a trovare un senso in determinate cose perché questo è quello che ci consente di poter portare a compimento il nostro Destino, o perlomeno per essere supportati nel portare a compimento il nostro Destino. Per noi ha un senso la musica poiché fa parte del nostro Destino diventare dei musicisti; per noi ha senso avere una unica relazione di amore o invece tante relazioni superficiali perché questo è quello che ci chiede il Destino, questo è quello che dobbiamo sperimentare nella nostra vita.

E poi ecco che, a volte all’improvviso, le cose che per noi avevano senso non l’hanno più. Ci alzavamo tutte le mattine presto a praticare i nostri esercizi perché l’efficienza fisica per noi aveva senso e ora non l’ha più. Facevamo tutte le mattine colazione al bar con caffè e cornetto di pasticceria che dava senso a tutta la giornata e ora non ci dice più niente. Amavamo viaggiare e conoscere luoghi diversi ed ora questo non ci dice più nulla. Ricordo la prima volta che sono andato all’estero. Ricordo l’eccitazione del viaggio, il sentire parlare una lingua diversa con la quale mi confrontavo, l’emozione di prendere una consumazione al tavolino di un bar circondato da gente “diversa”. Sì per me la vita aveva senso, un senso completo in quello che stavo facendo e per quello che stavo facendo. Ora non è più così!

Dal “senso” siamo passati al “non senso”. E spesso la perdita di significato per qualcosa ne trascina altre, finché non riusciamo più a trovare senso in nulla. I nostri organi di senso non vedono più le cose come le vedevano prima. Di solito, quando questo accade, si continuano a fare le stesse cose, ma senza più la gioia che riuscivamo a trovarvi prima. Il “gusto” di vivere è smarrito, perso; e non è necessario che si tratti di cose importanti, anche la perdita di senso per le cose piccole ci disorienta e destabilizza. 

A volte è la ripetizione nel tempo che “consuma” il senso delle cose ed è per questo che è più frequente negli anziani; ma non è detto. A volte è una sorta di disillusione: non sono le cose a non  essere più come prima, siano noi a non essere più come prima.

Ci identificavamo con la nostra visione delle cose, eravamo la nostra visione delle cose e toglierla è come morire, è come cancellarci, è come smarrirci “in una selva oscura”, è la notte dell’Anima, è il perdersi del senso della vita. Ci siamo spostati dal “senso” al “non senso” delle cose e ci chiediamo che senso abbia allora vivere.

Non è facile. Ci si continua a muovere, si continua ad agire, a fare, a parlare; ma c’è una sorta di distacco da tutto quello che facciamo ed agiamo. C’è una sorta di allontanamento da noi stessi che ci consente forse di vedere meglio noi stessi e gli altri, ma questa visione può essere anche molto destabilizzante, anche sconvolgente. Togliamo un’illusione, ma non sappiamo con cosa sostituirla. Ci rendiamo conto che le “cose” attorno a noi sono sempre quelle, ma è il nostro senso delle cose che si è dissolto. E se abbiamo il coraggio di non fingere che tutto vada bene come prima. Se abbiamo il coraggio di guardarci dentro e vedere il buio e la nebbia del nostro Cuore. Se abbiamo il coraggio di sentirci morire pur senza morire davvero. Se riusciamo a sostenere tutto questo cercando di continuare ad essere noi stessi, allora qualcosa di nuovo può iniziare faticosamente ad emergere. E’ un travaglio in cui il feto spinge per nascere consapevole che la sua venuta al mondo sarà la morte del feto. Sì, qualcosa in noi sta faticosamente morendo per dar vita ad un nuovo fiore. 

Franco Bottalo – Novembre 2022

Ci sono 4 commenti in questo articolo

  1. Orietta Benelli
    7 ore fa

    Questo è il tempo dell’introflessione, lo “stare dentro di sé”. È il tempo della riflessione, il “guardarsi allo specchio”. Osservare se il nostro cammino ci ha portato dove l’anima desiderava andare. E se oggi ci ritroviamo, come ogni volta che riviviamo l’autunno, ad essere di nuovo un seme sotto terra, possiamo rivolgere lo sguardo al ricordo senza malinconia. Vediamo dentro di noi la nostra storia concentrata, come nel seme. Ogni giorno siamo anche germoglio, o fiore, o frutto. Ci ricordiamo allora che il nostro esistere nella luce, il calore delle nostre parole, hanno aiutato a produrre e a fare germogliare tanti altri semi che diversamente sarebbero rimasti soli, in una terra sterile. Grazie all’amore che è il solo nutrimento che ci proietta in una dimensione di eternità. Ciao Franco, grazie

    Rispondi
  2. Cristina
    8 ore fa

    Riconosco questa sofferenza, è come avere davanti a se tutto il cammino fatto precedentemente, come un grande vuoto in cui scendere dal e nel quale è difficile fare. Ma solo il fare può tirar fuori da li.. e si ripete e si ripeterà sempre più insidiosa e sempre più spaventosa… ma sempre più consapevoli e soli si uscirà se si troverà la via e il Maestro ci aspetta con la lanterna all’uscita.

    Rispondi
  3. Silvia
    14 ore fa

    Grazie Franco di questa lettera che rivela e aiuta a guardarsi dentro senza paura, che ha le parole giuste rispetto a stati d’animo e di essere che non sempre io riesco a interpretare e a spiegare.. Che fa vedere la luce e la speranza che è sempre possibile ricrearsi.
    Un abbraccio di cuore
    Silvia

    Rispondi
  4. Anna Maria D’Urso
    17 ore fa

    La vita è cambiamento perciò ogni cosa ha senso anche quando apparentemente sembra non averne.
    Grazie

    Rispondi

Scrivi un tuo pensiero

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.