Zhen Ren – La ricerca del Sé autentico

Cari tutti che seguite i miei articoli pubblicati sul sito,

dopo anni che con regolarità vi propongo le mie riflessioni sulla vita e anche su temi più tecnici del pensiero cinese in questi incontri a scadenza regolare, sento il bisogno di fermarmi, almeno per un poco. 

L’articolo che trovate qui di seguito conclude quindi un ciclo, così come si sta per concludere un anno.

A tutti auguri di un buon compimento e di un ancor migliore inizio,

Franco

Zhen Ren - La ricerca del Sé autentico | Articolo di Franco Bottalo Tao Alchemy

Nella tradizione Taoista si parla di diversi livelli di conseguimento nel percorso individuale, ed uno di questi è quello di Zhen Ren. Ren vuol dire Uomo e Zhen vero, autentico.

Ognuno di noi nasce con certe predisposizioni che sono, in questa visione, le risorse che l’Universo ci ha dato per poter portare a compimenti il nostro “Destino” in questa vita. Questo percorso comporta che, proprio in virtù delle caratteristiche costituzionali con cui nasciamo, ci si confronti con il mondo esterno secondo modalità specifiche e uniche. Alcuni di noi, avendo ad esempio una costituzione Fuoco, saranno portati a muoversi in molte direzioni, a intrattenere molte relazioni sociali ed a vivere con grande passionalità gli eventi della vita. Altri con costituzione Acqua ad essere meno interessati ai conseguimenti esterni di successo e carriera e più portati ad una vita  ritirata e tranquilla. E così per le altre costituzioni. Ognuno di noi poi non è “una costituzione”, ma un insieme di elementi che lo rendono unico, come unico è il percorso che siamo chiamati a percorrere.

Il nostro vero Sé si realizza nel confronto con il mondo, ma allo stesso tempo il confronto con il mondo “sfida” il nostro Sé; e spesso lo confonde e devia. Forse il nostro vero Sé è di dedicarci allo studio e alla ricerca interiore, ma nasciamo in una famiglia che “sfida” questa nostra vera natura. Magari siamo il primogenito in una famiglia ricchissima con diverse aziende di grande successo e ci viene detto che essendo intelligenti e capaci avremo da gestire questo vasto patrimonio famigliare. E poiché nella nostra natura abbiamo anche una componente Metallo (senso del dovere), sentiamo di doverci far carico di tutto questo, che per noi è un farsi carico anche se per altri potrebbe essere invece un “sogno” da realizzare. Oppure la nostra vera natura sarebbe di essere un’artista, una danzatrice. Musica e movimento del corpo sono per noi qualcosa di naturale e creativo, ma siamo figlia unica e nostra madre vuole che facciamo figli perché lei, che ne avrebbe voluti tanti, li ha persi tutti tranne noi. E noi vogliamo molto bene a nostra madre che ci ha cresciuto con tanto amore e quindi ci rassegniamo a fare figli.

Il mondo poi ci trasmette anche degli schemi, dei modelli di comportamento, che sono quelli ritenuti “giusti”; ma sono giusti per noi? Forse il mondo ci dice che amare una persona vuol dire spendere molto tempo con lei, sorriderle ed essere disposti a fare quello che lei vuole perché questo è davvero amare. Ma per noi amare vuol anche dire sentirsi liberi di volare solitari nei nostri spazi, perché l’amore è nel Cuore e non nella ripetizione di gesti sociali e di schemi che non sono nostri.

Perché il mondo esterno che il Destino ci presenta sembra a volte, anzi molto spesso, contraddire la nostra vera natura? Perché il mondo non ci offre la dolcezza di vivere quello che noi davvero siamo, il nostro Sé più autentico? Ma noi sappiamo davvero qual è il nostro Sé autentico?

I saggi dicono che possiamo scoprire il nostro Sé autentico solo confrontandoci con le sfide del mondo e riportandole consapevolmente dentro di noi. E’ come se fossimo una cipolla, o un fiore se lo trovate più poetico, che è fatta di tanti strati o di tanti petali e il il mondo esterno ci invitasse, o a volte ci imponesse, di scendere in profondità dentro di noi per scoprire e attivare quello che è il nostro vero nucleo originale. E’ un cammino pieno di deviazioni, a volte di giri in tondo che ci riportano al punto di partenza. 

Non è soltanto il mondo esterno che ci inganna, a volte siano noi stessi ad ingannarci. Pensiamo di essere molto spirituali (e certo nel profondo lo siamo tutti) e di doverci quindi distaccare dalle “tentazioni” del mondo: dal sesso, dal cibo, dalle relazioni affettive. Ma in realtà abbiamo solo paura di tutte queste componenti e le stiamo mettendo da parte senza averle davvero risolte. Ed ecco che la vita ce le ripresenta potentemente.

Il mondo esterno a volte pare deviarci dal nostro cammino, ma altre ci sta facendo capire che siamo noi ad aver deviato dalla nostra strada e ce la ripropone fortemente. Altre volte però il mondo esterno ci sfida, per aiutarci a capire se le nostre scelte ed intenzioni sono davvero solide o no.

Difficile distinguere le varie condizioni, e non mi risulta che vi siano modalità per farlo, se non un lavoro di ascolto interiore, che sia la pratica meditativa o altro, accettando l’errore come parte del proprio percorso.

Cosa davvero sono e cosa davvero voglio e cosa sono davvero pronto a lasciar andare nel mio percorso verso la leggerezza e la chiarezza? E cosa invece devo ancora vivere e risolvere?

Nella mia esperienza vi sono alcuni indicatori che ci possono aiutare a distinguere.

Il primo indicatore, ed il più difficile da ascoltare, è come ci sentiamo “davvero” dentro di noi di fronte a scelte che abbiamo compiuto o stiamo compiendo. Per farlo, dobbiamo mettere da parte ogni messaggio che ci giunga dal mondo esterno, anche dalle persone che più ci vogliono bene, anzi soprattutto da loro. Dobbiamo riuscire ad essere “soli con noi stessi” e ascoltare. Il disagio che sentiamo è semplicemente per il cambiamento che destabilizza o è qualcosa di più profondo? Stiamo rifiutando qualcosa che il mondo ci offre soltanto perché mentalmente avevamo deciso che doveva essere così? Se stiamo in ascolto, sentiamo che questa cosa ci fa bene o è esattamente il contrario? Creiamoci uno spazio di solitudine e ascoltiamoci.

Il secondo indicatore è, all’opposto, di osservare i segnali del mondo esterno riuscendo a distinguere, cosa non facile, quando tali segnali servano per mettere alla prova la nostra scelta o invece per farci capire che quella non è la scelta che ci porta verso il nostro Sé più profondo. Vogliamo dei figli ma questi non vengono per quanti sforzi facciamo. Abbiamo decido di abbandonare la carriera e ci giungono nuove continue proposte di lavoro molto interessanti. Abbiamo deciso di non insegnare più e tutti ci chiedono di insegnare.

Le due vie si integrano poi in una terza che le ingloba: isolarci dagli altri per non esserne condizionati, e darci tempo per ascoltare i segnali che il mondo ci ha inviato e consentir loro di scendere dentro di noi e vedere dove vanno.

Cosa è autentico per noi al di là dei condizionamenti del sociale, ma anche dei nostri schemi mentali rigidi, e cosa invece non lo è?

Il Sé autentico, per come lo vedo io, non è la perfezione, ma un cammino in cui cambiamo quello che siamo per andare sempre più vicini a quello che davvero siamo.

Franco Bottalo – Dicembre 2022

Ci sono 7 commenti in questo articolo

  1. Ilaria
    1 ora fa

    Trovo una saggezza immensa nei suoi articoli, seminari, libri e corsi.
    Ti ringrazio per il percorso che ho potuto fare in questi anni ascoltandoti silenziosamente.
    Una guida verso me stessa, una luce nell’immenso è meraviglioso buio che piano piano si fa scoprire sempre di più.
    Grazie

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  2. Michela
    3 ore fa

    Grazie per questo pensiero che sintetizza in modo semplice quello che in definitiva è il lavoro continuo che è necessario fare per una sempre maggiore presenza.
    Nel mio piccolo la sera mi piace dedicare alcuni minuti a ripercorrere la mia giornata e osservare come il susseguirsi di immagini nella mia mente rievochi sensazioni oppure emozioni che alcune volte ricalcano schemi di comportamento ripetuti. Ecco lì mi metto ad osservare come il mio corpo le recepisce e leggo le tracce che si fissano pian piano su esso…e mi chiedo potevo reagire, agire, pensare diversamente e sentirmi meglio? Se la risposta emerge come un’intuizione molte volte sento una leggerezza come se una chiave avesse trovato la sua porta!

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  3. Antonella
    8 ore fa

    Mi mancheranno i tuoi articoli Franco. Me ne farò una ragione. Speriamo di incontrarci prima o poi. Ti auguro tutto il meglio.

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  4. Amanda
    2 ore fa

    Riflessioni chiare e belle. Grazie di averle scritte e condivise. Armonioso Natale, Franco.

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  5. Christine
    56 minuti fa

    Grazie Franco
    Le tue riflessioni sono sempre spunti preziosi per illuminare il cammino intrapreso. Quando la fatica comincia a farsi sentire…e cala la notte…ecco che l’ Universo ti manda con una frase o anche una semplice parola che risuona e vibra forte nel cuore, risveglia dal torpore e aggiunge quelle gocce di consapevolezza che servono per dissetarsi e procedere…Grazie, spero di rileggerti presto ❤️

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  6. bianca
    5 ore fa

    Mancheranno molto anche a me i tuoi articoli ma se c’è una cosa che ho imparato proprio da te tanti anni fa è che qualcosa finisce affinchè qualcos’altro possa iniziare. Ricordo un filo rosso che hai legato ai polsi dei tuoi studenti, eravamo tantissimi e tu sei passato a tagliarlo raccontandoci che per noi in realtà stava iniziando qualcosa di nuovo e noi dovevamo far spazio al nuovo, gioire anzichè esserne tristi. In questi anni, qualche tuo corso e soprattutto questi articoli mi hanno fatto riflettere, spesso erano risonanza di miei pensieri, altri illuminazione. Per cui ti ringrazio davvero dal Cuore, dal mio al tuo, per ogni tua parola che porterò con me. Fai parte del mio cammino e quel filo rosso è sempre con me, grazie.

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  7. mària
    4 ore fa

    è come dice Tonino Carotone, “felicità a momenti ..”. è come dici: costituzione + il momento della vita che scorre .. il Metallo è stupendo con il suo andare all’essenza, tra lasciare il non essenziale.
    il rischio è lasciar fuori ciò che riscalda.
    personalmente devo star ben attenta a coltivare il fuoco: il non essenziale fa divertire, tanto.
    di tanto in tanto ci vuole una bella danza, le braccia slanciate in alto, al ritmo del tamburo, i talloni che pestano come non ci fosse un domani, sradicati nel Centrafrica 😉
    Love – Mària

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