Accettare la gioia, accettare l’amore

DonnaIndiana2Ognuno di noi cammina lungo il suo percorso con in spalla lo zaino delle esperienze già vissute, che in qualche modo condizionano il modo in cui guardiamo e percepiamo il presente, il modo in cui guardiamo agli eventi che la vita ci offre, il modo in cui siamo disposti ad aprirci alla vita per accoglierla, o a volte cercare di rifiutarla.
A volte nel nostro zaino abbiamo il peso di situazioni che si sono ripetute nella nostra vita e ci hanno indotto a pensare che le cose possano andare solo in un dato modo. Forse ci siamo abituati a muoverci con timore e sfiducia perché la vita questo ci ha trasmesso per anni o forse per decenni. O addirittura questa impostazione ci è stata trasmessa dai nostri genitori e famigliari, poiché quello è stato il loro vissuto e quella è la modalità con cui hanno saputo proteggere la loro vita e sopravvivere. Basta vedere un bambino adottato da poco per rendersi conto di come il suo comportamento sia improntato a quello che è stato il suo passato e non a quello che la vita gli sta offrendo. I nuovi genitori gli sorridono con amore, ma i suoi occhi continuano a vedere forse gli orrori del passato, la vita gli consente ora di poter danzare, ma l’unico passo che conosce è quello della marcia. In un qualche modo siamo tutti un po’ come questo bambino: fatichiamo a vedere il mondo con gli occhi di adesso, a toccarlo con le mani di adesso, ad ascoltarlo con le orecchie di adesso. Questo perché anche noi abbiamo avuto i nostri traumi, le nostre situazioni non risolte; e tutto questo va rispettato, ma dobbiamo anche essere capaci di aprirci ai dono che la vita ci offre.
Quel bambino traumatizzato, gradualmente, grazie alla ripetizione di gesti d’amore da parte dei nuovi genitori, riesce a mettersi in contatto con l’amore e a sorridere, ed è un sorriso stupendo. Il passato allora diviene realmente passato e il presente presente.
Quanto riusciamo a fare lo stesso noi? Riusciamo ad avere la stessa flessibilità del bambino? O ci chiudiamo alla gioia e all’amore per timore che non siano reali o possano finire.
Spesso nelle tradizioni spirituali si parla dell’importanza di accettare la realtà per ciò che essa è e non volerla o pensarla diversa. Molti anni fa un monaco Bhuddista iniziava i suoi sermoni dicendo che la vita è una tartaruga e il problema è che la maggior parte della gente cerca tartarughe con i baffi, ma le tartarughe con i baffi non esistono. Quando però pensiamo all’idea di accettazione siamo propensi a pensare di dover accettare le cose che non ci piacciono, che sono faticose o dolorose; ma quello su cui voglio invitarvi a riflettere in questo momento è se siamo capaci di accettare le cose belle e gioiose che la vita ci offre.
Siamo capaci di accettare un regalo, materiale o no, che qualcuno ci offre pensando che ce lo meritiamo? Siamo in grado di vivere appieno un momento o un periodo di gioia che la vita ci offre senza preoccuparci del fatto che non potrà essere duraturo? Siamo capaci di ricevere amore senza pensare che dovremmo fare qualcosa per meritarcelo? Siamo capaci di sorridere alla vita quando la vita ci sorride? Siamo capaci di amare la vita quando la vita ci ama?
“Accettare” sembrerebbe la cosa più facile in queste condizioni, ma spesso non è così. Curiosamente alcuni di noi quando sono in una situazione che percepiscono come dolorosa o faticosa tendono a pensare che potrà durare per sempre (“non uscirò mai da questa crisi”, “ormai nessuno mi amerà più”, “il meglio della vita è già passato”), ma in una situazione invece vissuta come di gioia o piacere si tende a non viverla appieno perché “sappiamo che non può durare”. O addirittura pensiamo che non possa davvero essere come appare: si quella persona dice di amarci, ma troppe volte non è stato così, meglio allora non buttarsi nell’amore per non dover poi soffrire, si quell’amico pare persona di fiducia ma troppe volte la nostra amicizia è stata tradita e allora meglio non fidarsi e non rischiare, si quel lavoro pare la cosa giusta per me ma non sopporteremmo una nuova delusione come tante ne abbiamo avute in passato.
Allora il “giusto timore” che deve accompagnare le nostre scelte di vita diviene paura che ci “congela” e ci impedisce non solo di vivere appieno la bellezza e ricchezza dell’esperienza che la vita ci offre, ma ci blocca anche nel nostro cammino evolutivo, ci impedisce di vivere qualcosa che è essenziale per la nostra crescita personale. Perché essendo amati impariamo ad amare, aprendoci ad un sorriso impariamo a sorridere, accogliendo la gioia di chi ci è attorno coltiviamo la nostra gioia. Avendo fiducia nella vita ci apriamo alle sue infinite possibilità ed è solo entrando in contatto con le nostre possibilità che possiamo davvero volare sulle ali dell’amore.