“I 9 Palazzi”: Viaggiare

viaggiare_solitarioViaggio spesso e spesso solo, e per questo motivo riesco forse ad essere maggiormente in contatto con il senso del viaggiare, e anche con il senso di smarrimento che spesso lo accompagna. Viaggiando ci si chiede perché si viaggia, perché non possiamo stare fermi in un posto, in pace con noi stessi e con la vita. Ma anche se stiamo fisicamente fermi in un luogo, è la vita stessa ad essere un viaggio e in questo viaggio nessuno può starsene “fermo a casa”.
Di solito diamo tante motivazioni al nostro viaggiare, ma di fondo viaggiamo perché siamo inquieti, perché c’è qualcosa che ci sfugge e che vorremmo afferrare. C’è qualcosa che dobbiamo imparare e che non conosciamo, e per imparare dobbiamo sperimentare e per sperimentare ecco che dobbiamo viaggiare, perché è solo viaggiando che entriamo in contatto con altri ed è solo entrando in contatto con altri che possiamo capire qualcosa di noi stessi. A volte gli altri ci mettono in contatto con qualcosa che ci piace e rasserena, ma più spesso ci aiutano a far emergere qualcosa che ci inquieta. Forse ci sentiamo sicuri e solidi fra le mura di casa nostra o nel nostro paese ed eccoci in un’altra città o immersi nella natura o nella folla; le nostre sicurezze sono sfidate, ci sentiamo smarriti e confusi, a volte addirittura abbiamo paura. Accade allora che qualcuno ci venga in soccorso e ci conforti ed ecco che, al di là del piacere che ci deriva da questo, sperimentiamo la dipendenza, sentiamo di aver bisogno di quella persona e non sappiamo più dove sia finita l’autonomia e la sicurezza che ci pareva di avere.
Viaggiare è essere destabilizzati. Vivere è essere destabilizzati. Vivere è essere separati e ricercare continuamente l’unione, e attraverso l’unione con altri ci pare di ricuperare un senso di integrità e di completezza, ma è solo quando riusciamo a riscoprire questo senso dentro di noi che possiamo sentirci davvero integri; due persone incomplete non fanno una persona completa.
Viaggiare è anche chiedersi verso dove sto andando al di là del luogo fisico od emotivo verso cui mi dirigo. Perché sto viaggiando in certe relazioni? Perché sto viaggiando in un certo lavoro? Perché sto viaggiando in certe esperienze?
Poi, forse e non sempre, ci rendiamo conto che la natura dell’essere umano è viaggiare e cominciamo ad apprezzare il viaggio in sé e non per la sua destinazione. Iniziamo a lasciar andare le nostre certezze, i nostri riferimenti, i nostri progetti; iniziamo a guardare davvero a quello che sta accadendo, senza nemmeno porsi il problema se ciò che sta accadendo ci piace o no, ma osservando come possiamo adeguarci a ciò che accade, come possiamo lasciarlo accadere, come possiamo lasciarci turbare senza esserne davvero turbati. Siamo sotto la pioggia senza ombrello e ci bagniamo, e poi ci asciugheremo, e se il nostro sistema immunitario è buono non ci prenderemo nemmeno un raffreddore e se poi ci prendiamo un raffreddore che importa? E’ solo un raffreddore. E’ quando riusciamo a fare questo, o meglio ad essere questo, che davvero siamo in contatto con il nostro destino e con la possibilità di trascenderlo.
Perché per trascendere il destino dobbiamo in qualche modo trascendere noi stessi, andare oltre quello che siamo, o meglio oltre quello che abbiamo definito di essere, oltre quello che fino a quel momento abbiamo ritenuto importante essere. Ciò che sentiamo importante è ciò che anima la nostra vita e le dà un senso; ma è fondamentale renderci conto di quando qualcosa non è più importante per il nostro percorso e lasciarlo andare. Perché se sentiamo che qualcosa è importante ecco che vi ci attacchiamo, e questo in una prima fase ci consente di entrare veramente dentro l’esperienza che stiamo vivendo, ma ad un certo punto diviene qualcosa che ci impedisce di andare oltre. Bisogna saper periodicamente giocare le proprie sicurezza; altrimenti ci confiniamo nel conosciuto.
Che cosa il destino ci sta chiedendo, o meglio offrendo? E quanto siamo in grado di coglierlo e viverlo; e trascenderlo poi? Questi sono i “9 palazzi” della religione cinese. Quali palazzi stiamo abitando in questo momento, quali sfide della vita stiamo accogliendo, rifiutando o negando? Con cosa ci stiamo confrontando e cosa fuggiamo? Quali viaggi stiamo viaggiando e quali stiamo rinviando?
Uno dei nove palazzi è proprio definito “viaggiare” e viene dopo il palazzo “relazioni” e “creatività”. Entrando in relazione con altri creiamo qualcosa di nuovo e unico, che a livello fisico è creare un altro essere, ma ad uno più sottile è dar vita a qualcosa di nuovo in noi, a realizzare qualcosa di unico e irripetibile che ci fa sentire in viaggio verso le nostre mete. Anche se in realtà non sappiamo mai dove davvero il viaggio ci porterà. Come è stato per Cristoforo Colombo che parte per cercare la via occidentale alle indie e scopre un nuovo continente.
Ad un livello profondo ognuno di noi sa di non sapere dove ci porterà il viaggio, e per questo a volte siamo inquieti ed altre volte ci sentiamo smarriti e persi. E’ quello il momento in cui dobbiamo aver fiducia, e più ancora fede, di essere parte di qualcosa di estremamente vasto che si può aprire a noi se solo noi apriamo le braccia per accoglierlo.