Alimentazione Taoista in Medicina Cinese

Alimentazione e dietetica sono, forse dopo l’amore, il tema su cui si è scritto di più e rispetto al quale si può trovare tutto e il contrario di tutto.
Qualunque sia il vostro regime alimentare, potete scoprire dei testi, o dei siti su internet, che lo sostengono come il migliore o forse anche l’unico possibile ed altri che lo ritengono gravemente dannoso per la vostra salute.
Possiamo trovare così la proposta di regimi alimentari supportati da argomentazioni scientifiche, filosofiche ed anche basate su risultati empirici (“guardate come sono sano io che mangio in questo modo”) che sono fra loro antitetici: diete vegetariane o addirittura vegane che si contrappongono a diete iper carnivore come la dieta del paleolitico; diete che escludono i derivati del latte ed altre basate sui latticini; diete come la mediterranea che supporta il consumo intenso di farina di grano ed altre che lo escludono categoricamente.
La maggior parte delle diete tende a propugnare un determinato regime alimentare come quello giusto per tutti, basandosi sull’assunto che di fondo l’essere umano sia uguale e che quindi uguali siano i cibi per lui appropriati.
Alcuni di questi regimi alimentari si basano su scelte filosofiche e religiose, come il vegetarianismo di origine indiana, o come il regime macrobiotico; altri si basano su studi scientifici, altri ancora su analisi storiche che cercano di ricondurre il nostro modo di mangiare a quello dei primitivi, ritenuto, a torto o ragione, come un modo più sano di alimentarsi.
In questo libro non troverete nulla di tutto questo. La caratteristica forse più specifica della visione Taoista rispetto all’alimentazione, e non solo rispetto all’alimentazione, è che non esista un modo unico di mangiare che possa essere considerato in assoluto “ottimale”; e che il modo di mangiare sia un riflesso del nostro modo di concepire la vita, ma nel contempo serva a sostenere, a “nutrire”, il nostro modo di affrontarla.
Lo scopo principale di questo libro non è quello di dirvi come dovete mangiare, ma piuttosto di invitarvi a riflettere in modo consapevole su come state mangiando e a chiedervi se il modo in cui state mangiando è davvero quello che riflette più esattamente ciò che siete o quello che volete diventare.
Questo non vuol dire che nel libro non vi vengano fornite delle indicazioni talvolta molto specifiche sull’azione dei vari cibi ed anche delle guide alimentari; il fatto che nessun cibo sia ottimale non esclude che alcuni cibi, soprattuto in grandi quantità, possano essere per tutti contro indicati. Ma è solo chiedendosi perché sentiamo un’attrazione così forte per un dato cibo e capendolo, che possiamo cambiare davvero qualcosa nella nostra alimentazione e in questo modo cambiare anche qualcosa dentro di noi.
Facciamo l’esempio dello zucchero raffinato che è diventato cibo soltanto in questi ultimi cento anni e che quindi non troviamo indicato in nessun testo antico. Anche se esistono alcuni settori della cultura alimentare che propugnano l’utilità dello zucchero, è normalmente riconosciuto nella dietetica la sua dannosità.
E’ però importante chiedersi che cosa genera la nostra attrazione smodata per lo zucchero, che cosa “nutre” in noi lo zucchero e capire se c’è qualcosa d’altro che possa magari soddisfare meglio quel bisogno o se forse quel bisogno non è più davvero il nostro bisogno; ma può anche essere che quello sia ciò di cui abbiamo bisogno, almeno per il momento.
Prendiamo ad esempio il caso di una donna gravemente anoressica per la quale lo zucchero e il miele siano l’unico alimento; indurla a togliere quel cibo sarebbe un modo per avvicinarla ulteriormente alla soglia della morte. Lo zucchero, e anche cibi non raffinati ma molto dolci come il miele, danno energia “istantanea” senza richiedere lo “sforzo” della digestione; poiché nell’anoressia vi è un rifiuto per il processo del digerire in sé, questo tipo di alimentazione diviene un modo per riuscire a sopravvivere. Quindi anche il cibo più osteggiato e “dannoso” può in certi casi risultare vitale per l’esistenza.
Ognuno di noi percorre una propria strada, e in questa strada va incontro a cambiamenti del fisico, della psiche e dell’anima: cambia la nostra forma fisica, cambia il nostro modo di pensare e sentire, cambiano le nostre mete spirituali. Inevitabilmente anche il nostro modo di alimentarci cambia, come riflesso, o come motore in certi casi, di questo cambiamento.
Leggete quindi questo testo non come un ennesimo libro che ci dice come “dobbiamo” alimentarci; ma come una guida che ci fornisce degli strumenti, anche molto specifici e precisi, per aiutarci a capire come abbiamo scelto di alimentarci e se questo è davvero quello che vogliamo in questo momento per noi; se il modo in cui ci alimentiamo è uno strumento per la nostra crescita personale oppure se è diventato un ostacolo alla nostra evoluzione, un modo per restare fermi ad un passato che non esiste più.
Se riuscirete a vedere le vostre scelte alimentari in quest’ottica, allora, qualunque sia il tipo di alimentazione che adotterete, sarà per voi uno strumento di crescita personale, qualcosa da coltivare e rivedere nel tempo, un amico e una guida sul percorso della vostra vita.