Contemplare il compimento

Contemplare il compimento | Articolo di Franco Bottalo

Compimento è un termine che solitamente in medicina cinese si associa allo Yin. In particolare si parla di Jue Yin quando qualcosa, dopo aver svolto completamente il suo percorso, si esaurisce.

Possiamo però anche considerare un compimento Yang ed un compimento Yin. Il compimento Yang si verifica quando abbiamo portato al massimo qualcosa, quando si è raggiunto il culmine del movimento dell’espansione, il massimo dello Yang. Quello che doveva realizzarsi si è realizzato: cercavamo una nuova casa ed ora l’abitiamo, volevamo una data relazione affettiva e la stiamo vivendo appieno, volevamo cambiare lavoro ed ora siamo immersi in una nuova attività.

Questo è il compimento che possiamo simbolicamente associare all’estate. E’ la maturazione dei nostri progetti, la loro piena solarità e realizzazione. La crescita si è compiuta: il bambino ora è un adulto, l’albero ha dato i suoi frutti.

Estate è rendersi conto che ciò che vediamo maturare davanti ai nostri occhi è ciò che abbiamo prima coltivato; e non sempre ciò che vediamo è ciò che avremmo voluto vedere. Forse l’inverno è stato molto rigido, forse la primavera non ha dato quello che ci saremmo aspettati. E tutto questo brilla nella luce dell’estate. Estate è quella fase della vita, o di un nostro progetto o anche di una singola giornata, in cui si può ancora fare, ma molto è stato fatto. Per questo motivo è anche una fase importante di bilanci, che richiede la nostra capacità di accettazione; accettazione di ciò che abbiamo realizzato e di ciò che invece non abbiamo conseguito.

Sì, perché raggiunta la pienezza dell’estate non si può tornare indietro o fare aggiustamenti. Se l’albero non ha dato i frutti che mi aspettavo, non li darà più; almeno per quest’anno.

Si è raggiunto un compimento; forse non come lo avremmo voluto, forse non quando lo avremmo voluto, ma si è espresso e ha dato i suoi frutti.

Può allora accadere che a questo compimento, a questa pienezza, si accompagni un senso di insoddisfazione. Finché eravamo nell’inverno dei nostri progetti o anche nella loro primavera, potevamo dire “sì, poi vedrai quando la cosa crescerà”; ma ora è cresciuta e ci guarda e noi la guardiamo e non ci può più essere un chiedersi come potrà diventare, ma solo cosa è diventata, come si è espressa. Bisogna allora saper cogliere ciò che è maturato e divenire consapevoli di ciò che non ha fruttificato;  e imparare.

Ogni stagione dell’Anima è un invito alla consapevolezza e alla riflessione. Quella dell’estate è saper contemplare cosa ho portato a compimento e anche ciò che “non è maturato”, e accettarlo.

La stagione dell’autunno è l’immagazzinamento dei frutti dell’estate per fronteggiare l’inverno che verrà. Immagazzino i frutti di ciò che ho realizzato e li uso per vivere; e guardando cosa ho in magazzino, guardandomi dentro, capisco meglio cosa davvero voglio. Utilizzo quello che ho immagazzinato per esserne nutrito, ma anche per consumarlo. E consumando queste scorte mi preparo a piantare nuovi semi.

Con l’inverno poi giunge il compimento Yin: rendersi pienamente conto che quando una cosa è stata vissuta, consumata fino in fondo, non può che essere lasciata andare. Il compimento Yang è il massimo dell’attività, quello Yin è il massimo della quiete e dell’immobilità. Ecco l’inverno e la sua capacità di non fare nulla affinché tutto accada, di stare fermi per rendere possibile il movimento.

Ecco il seme che sotto la terra sta quieto e protetto dal freddo, per prepararsi a germogliare e crescere nella nuova primavera che si compirà in una nuova estate.