Leggerezza

farfallaMangiamo più di quello di cui abbiamo bisogno per stare bene, abbiamo più vestiti di quelli che ci servono, non solo per proteggerci e scaldarci ma anche per apparire in un certo modo, accumuliamo oggetti di cui non riusciamo a disfarci, dalle ciotole ai mobili, dai libri alle cartoline, teniamo appunti e lettere che non andremo mai a riguardare e ora, con l’era informatica, riusciamo ad accumulare migliaia di foto, filmati, email e altro ancora. E per giustificare il nostro disperato trattenere spesso ci diciamo che sono cose che potrebbero servirci un domani. A livello emotivo poi accumuliamo residui del passato di cui non abbiamo il coraggio di liberarci pur sapendo che non servono a nulla; e ci diciamo che sono cose che dobbiamo ancora “elaborare”. Ma cosa vuol dire davvero elaborare? Esiste una pattumiera emotiva come ne esiste una materiale; anche le emozioni come i cibi deteriorati possono fermentare e spesso lo fanno. Elaborare è sicuramente importante, ma a volte elaborare può anche voler dire saper riconoscere che qualcosa del passato si è compiuto e va abbandonato anche se non l’abbiamo davvero compreso. Purtroppo spesso per elaborare si intende un processo in cui si continua a stare eternamente sulle stesse cose nell’attesa di una risoluzione e comprensione che non avverrà mai. Se un genitore ci ha creato dei traumi con la sua possessività o al contrario con la sua indifferenza e superficialità, dobbiamo ad un certo punto riconoscere che non ci possiamo fare nulla e semplicemente mollare, lasciar andare, a prescindere da quanto siamo riusciti a capire ed elaborare di ciò che è accaduto. Non tutto può essere capito, ma tutto può essere lasciato andare! E lasciando andare entriamo in contatto con un profondo senso di leggerezza, di gioia, di espansione del nostro essere. Non c’è bisogno di confrontarsi con grandi temi della vita per poterlo percepire: provate a svuotare una soffitta, una cantina, o anche soltanto una parte di un armadio, provate la gioia sottile nel buttare cose che non utilizzerete mai. Provate anche però la fatica e il lavoro che questo richiede. Quanto tempo per svuotare un cassetto con tutto quello che quel cassetto ci ricorda. Poi ecco che improvvisamente ci rendiamo conto, in una sorta di illuminazione, che noi non siamo più le cose di quel cassetto, che il contenuto di quel cassetto non ci appartiene più e quindi ci appare naturale liberarcene.

Ma perché facciamo tutti così fatica a essere leggeri? Anche se può sembrare che la leggerezza accada “spontaneamente”, dietro c’è tutto un lavoro: guardate la grazia di una ballerina o la leggerezza di una farfalla che vola su di un fiore. La farfalla ha vissuto anni da bruco prima di spiccare quel volo,  e la ballerina ha bisogno di potenza e disciplina per potersi staccare leggera. In realtà però tutto questo sforzo accade solo perché abbiamo difficoltà a comprendere la nostra vera natura, che è di leggerezza. Tutto il duro lavoro della ballerina è per scoprire una naturalezza nel gesto che aveva dimenticato ma che è già in lei, e la farfalla era in realtà già farfalla anche quando era bruco. Non è la leggerezza ad essere faticosa e a richiedere un duro lavoro, la fatica è arrivarci, è riuscire a contattarla e lasciarsene possedere. Leggerezza è anche non consentire che il peso del mondo diventi il nostro peso. Ognuno di noi a dei “fardelli”: cose irrisolte, cose che avrebbe voluto andassero in modo diverso da come sono andate, cose non realizzate e altre realizzate in modo insoddisfacente; vorremmo essere migliori di quello che siamo. E poi vorremmo anche che le persone attorno a noi fossero diverse da come sono e infine che tutto il mondo fosse diverso da come è. E tutto questo ci rende pesanti: non si può volare portandosi una casa sulle spalle.

Forse è per questo che gli uccelli non hanno una casa, ma solo un nido in cui crescere i piccoli finché questi non siano pronti ad abbandonarlo per sempre e volare lontano. Ogni tanto poi , quando saranno stanchi, si poseranno su di un ramo o su di una roccia, per riposarsi un po’ prima di riprendere il volo: sempre più leggero e sempre più alto.