A volte capita nella vita che ci rendiamo conto che una situazione problematica, una difficoltà, un disagio siano risolti. Dal mondo esterno ci arriva un messaggio differente da quello che ci arrivava prima. Magari una persona era polemica e astiosa nei nostri confronti ed ora non lo è più. Oppure avevamo un problema nella nostra relazione di coppia o in quella di lavoro, o con un figlio o con un genitore. Può anche riguardare cose più materiali come un problema economico e naturalmente anche un problema di salute.

E poi ecco che ci rendiamo conto che non è più così, che qualcosa si è risolto, che il mondo, perlomeno rispetto a quello specifico aspetto, si comporta con noi in un modo differente; e a volte ne siamo stupiti, piacevolmente sorpresi. Ci pare che sia cambiato qualcosa negli altri, qualcosa nel mondo, ma in realtà è cambiato qualcosa in noi e il mondo ne è semplicemente il riflesso.

Nella tradizione taoista vi è molto l’idea che il mondo ci offre quello che noi andiamo a stimolare nel mondo; che il mondo sia in ultima analisi solo una risposta al modo in cui noi ci muoviamo. Una volta il Maestro Jeffrey Chong Yuen ha detto “Una persona in pace vive in un mondo in pace”, anche se attorno c’è la guerra. E’ un concetto difficile da accettare, da digerire. Tutti noi credo, io sicuramente, quando ci troviamo in una situazione di conflitto siamo molto convinti che dipenda da quello che ci sta attorno: è il nostro capo che è insopportabile, è la banca che pensa solo a fregarti, è la moglie che dice sempre le stesse cose, è il figlio o il genitore che non riesce a capire quello che sto dicendo.

Se proviamo a ribaltare il tutto possiamo esserne sconvolti; un’improvviso senso di responsabilità ci viene addosso. Non possiamo più lamentarci del nostro destino, della nostra condizione di lavoro, degli affetti che abbiamo o che non abbiamo e dobbiamo chiederci perché noi attiriamo certe cose. Non che vi sia necessariamente una risposta razionale e definita. E’ sufficiente divenire consapevoli che ciò che accade è il risultato del nostro comportamento, del nostro atteggiamento, del modo in cui noi vediamo, sentiamo e “gustiamo” il mondo. Ed essere pronti a cambiarlo.

In molte tradizioni si dice che la vita ci fa da specchio, ma viverlo davvero è un’altra cosa.

Alcune situazioni di conflitto probabilmente non le risolveremo mai nella nostra vita, perché sono una sorta di impronta karmica che ci portiamo dietro. Altre meno radicate si possono risolvere nel tempo e altre ancora cambiano quasi senza che noi ce ne accorgiamo. Ad esempio io nella mia vita ho sempre avuto problemi con i telefoni: mal funzionamento, perdita di connessione, difficoltà a gestire un cellulare e altro ancora. Ultimamente, dopo 50 anni di rapporto, ho fatto credo qualche progresso, ma ancora c’è da fare.

Allora il mondo come specchio vuol anche dire che osservando un cambiamento nell’esterno, la risoluzione di una situazione problematica, possiamo complimentarci con noi stessi perché il cambiamento che vediamo fuori è semplicemente il riflesso del cambiamento che abbiamo portato dentro. A volte basta poco per cambiare, a volte ci vuole uno sforzo enorme. Nella mia esperienza di persona che tende ad essere iper attiva e proiettata nel futuro, è particolarmente importante stare fermi e non fare nulla. E’ come smettere di alimentare un fuoco soffiandoci sopra: il fuoco non si spegne ma si riduce, e allora poi possiamo anche, forse, renderci conto che non alimentandolo si spegne da solo.