Onde del passato

Arriva come qualcosa di improvviso e inaspettato. Non si manifesta come ricordo o pensiero, ma come cosa reale e presente. Oppure entra come immagine, o come sensazione emotiva che non sappiamo da dove arrivi, ma che ci prende e avvolge, e a volte travolge. Qualcosa che pensavamo far parte ormai di un passato risolto, torna ad essere presente e a turbare il nostro presente.

Sentivamo di aver completamente gestito il dolore per la perdita di qualcuno e ci torna l’immagine di quella persona e siamo di nuovo realmente e pienamente in quel dolore. Ci sentivamo quieti rispetto a qualcosa che ci aveva dato ansia nel passato o lo ritroviamo lì davanti a noi e il nostro Cuore torna a palpitare più veloce. Avevamo un desiderio per qualcuno ed ecco che quel desiderio che pensavamo estinto torna a tormentarci.

Può anche essere una presenza fisica. Una persona che non vedevamo da tempo torna a farsi viva e riattiva in noi emozioni che non ritenevamo di avere più: ci eravamo sentiti traditi e pensavamo di aver perdonato il tradimento e invece sentiamo montare ancora della rabbia, pensavamo di aver chiuso una relazione sentimentale e la sentiamo invece ancora in parte viva, ci viene offerto un lavoro che da tempo non sentiamo più nostro, ma che allo stesso tempo ci attira ancora. Oppure è una persona o situazione nuova che ricalca però vecchi schemi che non vogliamo più, ma da cui siamo ancora in qualche modo attratti.

Può anche essere qualcosa che evoca il nostro passato attraverso gli organi di senso: una fotografia che come per caso esce da un album, ascoltare una data canzone, sentire un dato profumo. I sensi ci riportano a cose che facevamo e non facciamo più, a quello che eravamo e non siamo più, a quello che avevamo e non abbiamo più.

E’ un’onda improvvisa in un mare calmo, a volte più onde; e può anche divenire una mareggiata.

Possono anche essere solo pensieri che ci riportano a schemi logori che credevamo di aver abbandonato e risolto per sempre. Il passato torna ad essere presente e ci vuol riportare a qualcosa che non siamo più, ma che in qualche modo siamo ancora.

E’ un invito a riflettere: abbiamo davvero risolto quello che abbiamo detto di aver risolto? E’ uno stimolo ad alleggerirci: c’è ancora qualcosa che devo mollare? E’ una sfida: sei davvero capace di liberarti di quel vecchio schema?

Bisogna allora avere molta pazienza; saper aspettare, lasciare che l’onda franga sulla spiaggia, che si sfoghi ed esaurisca. E se c’è un’altra onda dietro alla prima, bene, lasciamo che faccia la stessa cosa.

Sì, ci vuole molta pazienza ed anche accettare che forse qualcosa che pensavano completamente risolto e concluso ha ancora bisogno di essere rimasticato e ridigerito.

Cerchiamo di essere nel presente ed ecco che ci ritroviamo riportati nel passato. Qualcosa fatica a morire, a compiersi, ad esaurirsi. Più che attaccati a qualcosa o a qualcuno, siamo attaccati all’immagine di quello che eravamo o di quello che avremmo voluto essere o fare.

E’ come se la vita ci dicesse. “Hai davvero chiuso con quel tuo modo di essere? Davvero non ti importa più di quella cosa? Sei sicuro che la strada su cui sei sia quella giusta?”.

A volte può essere una piccola cosa, basta allora un respiro e il passato si dissolve nel passato. Altre volte è diverso; è qualcosa di più consistente, di più solido. Il lavoro allora è più lungo e il dubbio e la confusione possono prenderci la mano. Forse dovremmo stare ancora con quella persona, forse non avremmo dovuto cambiare il lavoro o la città, forse non abbiamo davvero chiuso quella ferita affettiva che ci ha logorato per anni. Forse non vogliamo essere quello che ora siamo. Forse.

Può anche accadere, anzi spesso accade, che se riusciamo a stare lì con il nostro disagio e la nostra confusione, ad un certo punto ci sentiamo pervasi da un senso di pace: quell’onda, quel turbamento è allora l’ultimo sussulto che infine ci libera dal passato.

Sì, ci vuole pazienza. L’onda ci bagna i piedi e ci prende un brivido di freddo; ma ora guardiamo più lontano, ci perdiamo nello spazio infinito che si srotola davanti a noi. E allora quella piccola onda è solo un sospiro nel vasto canto del mare.

Ci sono 6 commenti in questo articolo

  1. Giovanna
    6 ore fa

    L’onda sei tu
    Lasciati nuotare,
    Che la vita poi passa
    E sei tu in mezzo al mare

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  2. stefania schezzini
    5 ore fa

    L’immagine del mare mi è cara, in un momento mi da pace e in un altro con il suo fragore mi inquieta; così i pensieri incalzano onda su onda, talvolta si sciolgono nella risacca e spesso si ingarbugliano nella schiuma. Mi è difficile lasciare andare, stando solo ad osservare; sono curiosa di comprendere il senso degli stessi pensieri che si ripetono.

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  3. Mariagrazia
    6 ore fa

    E diventi gentile con il ricordo, la tua cicatrice non ti fa più male, ma ti aiuta ad essere la meravigliosa anima che sei. Grazie. Mariagrazia

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  4. Michela Del Torchio
    2 ore fa

    Grazie! La pazienza soprattutto con se stessi è la parte più difficile da mettere in pratica, ma anche la migliore guaritrice.

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  5. bianca
    3 ore fa

    Articolo bellissimo! Succede proprio così e sì, ci vuole proprio tanta pazienza e soprattutto la consapevolezza che imparare a “stare” anche nel disagio, è un percorso per cui vale la pena, anche se a volte è lungo. Grazie di Cuore Franco per questa condivisione

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  6. Luca Neri
    1 ora fa

    Imparare a gestire il tempo dell’abbandono da parte di una persona amata fa parte di queste onde che vanno e che vengono, nella mente si susseguono i ricordi dei bei momenti vissuti e quello che si avrebbe voluto vivere assieme…
    Basta una frase, un particolare quotidiano, un disegno , una canzone o una situazione ed ecco che arrival’onda che ti toglie il fiato otre che bagnarti i piedi, fa battere il cuore …
    Poi la vita ti travolge con altre onde, tempeste e mareggiate.
    Spesso non risparmia niente
    Basta un ricordo, una frase, un luogo ed ecco che tutto ricompare come prima, senza però l’amore della persona che avevi provato, senza poterlo condividere con chi ti ha abbandonato
    resta solo una profonda delusione
    a questo punto star fermi nel proprio dolore sembra quasi impossibile, vorresti prendere il telefono e chiamare, fare una visita, fare una sorpresa ricominciare, ma la mareggiata è ancora potente, aspettare che si calmino le acque sembra impossibile, invece non cè nulla da fare se non trovare rifugio in sé stessi
    Circondarsi di amici, di persone che ti vogliono bene e aspettare che i piedi bagnati si asciughino, che smettano di correre le lacrime e che la mente torni ad essere limpida e chiara
    Questo spesso fa parte sia del passato che ritorna nei tuoi comportamenti sia nel presente che il tuo comportamento ha riproposto nella stessa situazione
    E qui ti puoi chiedere, hai davvero chiuso con quel modo di essere , con quello che ti è successo ?
    Forse come dice qualcuno , stare attenti a dove si mettono i piedi, guardare l’orizzonte e raccogliere i cocci della propria vita e andare avanti .
    Il senso di pace lo stiamo ancora aspettando

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