Vulnerabilità e Libertà

Vulnerabilità e libertà | Articolo di Franco Bottalo | Tao Alchemy

Il Dan Dien Medio è associato fisicamente al petto ed energeticamente al far circolare il nostro Qi, la nostra energia, verso la vita di relazione, verso il mondo esterno. Quando riusciamo ad aprire il nostro petto, diveniamo più sensibili, più ricettivi rispetto al mondo esterno. Il Polmone è maestro del Qi e il Cuore del sangue. Qi e sangue si muovono verso il mondo  e il mondo può penetrare in noi. Facilmente questa apertura porta a sviluppare una sensazione di vulnerabilità (associata al Polmone) e anche di ansia (associata al Cuore).

Non credo esista possibilità di divenire più aperti e consapevoli senza confrontarsi nello stesso tempo con questa condizione di vulnerabilità e ansietà. Ci apriamo al mondo e il mondo ci disorienta, ci sconcerta, ci spaventa anche. Ci apriamo, ma questa apertura ci fa vedere cose che prima non vedevamo, alcune belle altre meno; ma tutte portano scompiglio nei nostri sentimenti e nei nostri pensieri in quanto ci chiedono di pensare e di agire in un modo diverso. Tutte vanno a destabilizzare un equilibrio che si era creato.

Potremmo ad esempio vivere un grande amore, e questo ci richiede di essere diversi da come eravamo prima, forse di aprirci di più, di osare di più. Oppure abbiamo ottenuto un importante riconoscimento che ci disorienta per la bassa autostima che abbiamo di noi. Naturalmente possono anche essere cose che non ci piacciono; come un senso di fallimento, una collera o semplicemente il fatto di dover essere diversi da quello che siamo, o forse da quello che pensiamo di essere.

Ci sentiamo allora vulnerabili non perché di fatto lo si sia di più, ma perché ora ci consentiamo di aver accesso a qualcosa che prima avevamo evitato. La vulnerabilità allora è in realtà il riconoscimento, non di essere più vulnerabili, ma che il modo in cui ci proteggevamo prima non funziona più. Ci eravamo circondati di inferriate e di barriere che sì ci davano un senso di protezione, ma allo stesso tempo ci costringevano a stare in una gabbia. Ora abbiamo aperto, almeno in parte, quella gabbia e siamo quindi allo stesso tempo più liberi e più vulnerabili, o forse pensiamo di essere più vulnerabili perché non abbiamo ancora trovato come gestire la nostra libertà, che è una libertà del nostro stato di coscienza, della nostra consapevolezza.

E questa vulnerabilità ci porta anche ad uno stato di ansia; è il rapporto fra il Polmone e il Cuore. L’aprirsi del Polmone, il respirare più pienamente la vita, ci offre nuove opportunità ed e è possibile che il Cuore si disorienti: sentiamo di aver più energia e allora ci chiediamo (non mentalmente ma emotivamente) come e dove dirigere questa energia, o anche dove la nostra energia ci stia portando.

Di fronte a questo quadro abbiamo diverse vie. Una è quella di uscire da questo stato prendendo in qualche modo le distanze dal mondo e da quello che ci sta proponendo, è un liberarsi tornando indietro, tornando fra le rassicuranti sbarre di prima, divenendo in qualche modo indifferenti o perlomeno anestetizzati rispetto al mondo. Oppure possiamo farci travolgere da questo senso di ansia e di vulnerabilità, divenendo emotivamente molto instabili, fino alla sviluppo di turbe mentali anche gravi che ci staccano dalla realtà.

La terza via, o possibilità, però è quella di “arrenderci” a quello che troviamo dentro di noi e fuori di noi; di accettarlo, ma anche di lasciarlo andare, come qualcosa con cui ci siamo incontrati ma che non siamo noi. Ci apriamo a quello che la vita ci presenta, a quello che è il nostro nuovo sentire interiore, vedendo le possibilità che ci offre per trascendere la condizione in cui eravamo.

E questo ci da accesso al terzo Dan Dien, quello che fisicamente è associato alla testa, e che rappresenta una sorta di rinascita, nel senso di divenire qualcosa di nuovo, o meglio di scoprire qualcosa di nuovo in noi; come un serpente che fa la muta e lascia la vecchia pelle che gli va stretta, e nella nuova è più potente e libero di muoversi.

La vulnerabilità accettata ma non subita, ci porta allora verso un maggior livello di libertà che è anche un maggior stato di leggerezza. Aprendo le nostre ali il petto ci appare più scoperto, ma possiamo volare più in alto.